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quella foto

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è nei limiti stridenti dei vecchi oggetti che nasce la possibilità di creare storie metti questo: ancora la tecnologia delle foto digitali non è stata inventata, e sei un fotografo che fa fare la doppia esposizione, ma non nel senso che due scatti successivi sono fatti sullo stesso fotogramma, no.  tu fai il fotografo e scatti un rullino, normalmente: fai prima le foto alla tua ragazza, poi a quel passante col berretto strano, poi alle tende di casa, al traffico, al panettiere, al fiume, agli aquiloni e poi ancora e ancora, finché finisci la pellicola; la riavvolgi, la ricarichi e ci riscatti sopra. Ora è diverso, ora la tua mano è più  pesante quando schiaccia il bottone dell'otturatore, non ricordi esattamente quale foto c'é in quel punto, ma sai che il secondo scatto andrà oltre quello che vedi, e vorresti che ognuna delle inquadrature che stai prendendo sia almeno interessante, e magari una, una sola, sia fenomenale. Sai che non è più questione solo di corretta esposizione...
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  so di rose cresciute sott’acqua per tenersi fresche anche recise mentre tutto qui fuori si perde                                   un po’] so di giorni dove il sole fa un giro per non farsi vedere di stelle cadute la notte dove si accantonano                                   i desideri] così, ci credi, tutto qui fuori si è perso                                    da un po’]

Once I woof,

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L’ombra lunga del cane a settembre risale l’argine di mattina presto.  Risale sempre dalla parte dell’acqua, asciutta e senza gocciolare, avanza fino al pilone che indica la fine delle cavane e li si ferma. Aspetta di farsi sempre più piccola, quando il sole arriva allo zenit e a quel punto la si sente emettere il suo latrato profondo.  I cani che si trovano nelle vicinanze non rispondono, ma stanno in ascolto, come fosse un canto.

Song to the Season

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Prendo a prestito ogni stagione, mi ci danno sopra anche delle canzoni, alcune le cambiano ogni anno, altre rimangono più o meno sempre quelle. Quando arriva il momento di andare a restituire, chiedo se me ne posso tenere qualcuna, -sa, è per la mia playlist- dico, ma la risposta è sempre no, non è possibile. Non insisto, ma ogni tanto chiedo se quella canzone me la possono tenere da conto, senza spiegazzarla mentre la mettono via, che mi piacerebbe ritrovarla uguale al prossimo giro, ma allo sportello rispondono solo con un sorriso, come a dirmi non dipende da loro. Sono comunque gentili, riprendono indietro tutto senza controllare e hanno già pronta la stagione successiva: al signore che era davanti a me allo sportello han restituito per intero la caparra anche se ha riportato la sua piegata al centro, dandogliene una nuova, senza battere ciglio. Le confezioni sono tutte uguali per colore e dimensioni, tranne per l’etichetta stampata con il proprio nome e non si possono aprire subi...

La Casa del Mare di Rumore

Sto in una casa in mezzo al mare. Sto in una casa in mezzo al mare di rumore. Non ci vengo spesso; quando la abito dormo sonni profondi, mangio e faccio l’amore con la mia ragazza. Non c’è nulla intorno, non mi metto a guardare la risacca che va e che viene, piuttosto leggo o guardo un film o ascolto musica, e talvolta capita, di quest’ultima, che se faccio suonare Kate Bush si senta la sua voce distorta, cavernosa come se arrivasse da ogni parte della casa in mezzo al mare di rumore. Le prime volte mi spaventavo e mi chiedevo come facesse, ora mi sembra una cosa simpatica, mi dico che in tutto questo periodo in cui non si è fatta vedere le sono cresciute le corde vocali, e questo di sicuro si riflette sulle sue canzoni, anche sui dischi già registrati. Ma fosse solo per questo non sarebbe così divertente stare nella casa in mezzo al mare di rumore. Quando dalla finestra entra del grigio, mi piace mettermi ad immaginare che vita fanno gli orologi fuori di qui: faccio delle suppo...

Oh, fortunati

mi dico sempre che bisogna guardarsi bene allo specchio, dritti negli occhi e dirsi fortunati se ti capitano certe cose nella vita. A dirla tutta, non è mica una cosa grande che capita tutta in una volta, una di quelle fortune che si svelano inciampando per sbaglio in un tesoro o comprando il biglietto giusto della lotteria; è una cosa piccola, tanto piccola che se ve la dico mi immagino vi venga subito da ridere: io e i miei amici, non tutti, alcuni, ci parliamo con i colori. Lo so, lo so, mi potreste venire a dire che c’è gente in giro che vorrebbe sentir parlare di fortune più importanti, come avere uno stipendio per tirare avanti, o, ancora, qualcosa da mettere sotto i denti per far passare la fame. Avete ragione anche voi, e io di quelle fortune ho il sincero rispetto e mai le dimentico tra i miei pensieri. Però stavolta datemi il permesso di sfamare anche quella bocca che non si capisce bene se stia più all’altezza del cuore o dell’amigdala. Dicevo di questa fortuna, che chiss...

Vorrei cambiare lavatrice.

E' una di quelle sere dove vorrei prendere e cambiare lavatrice. Piove, forse nevischio, e fa freddo, così freddo che non ho voglia di tener aperta la porta che da sul cortile del palazzo per far uscire l'odore di salmone in padella che c'è in cucina. Però non avrei remore a cambiare lavatrice, ora. E' colpa di uno dei troppi volantini delle offerte speciali che trovo nella cassetta delle poste: mi sono già assuefatto a telefonini, televisori e decoder per la nuova televisione, lettori mp3 e condizionatori, filetti di carne e batterie di flaconi di detersivi per lavare piatti, alle lavatrici no. Forse non ancora. Il loro monocolo sornione mi spia dalla pagina e io provo un brivido di desiderio ad incrociare il loro sguardo lucido. Compulsione al possesso, tante esse quante sono le curve ammiccanti che si rivelano dentro il loro corpo dal perimetro asessuato. Voglio cambiare lavatrice, ne voglio una che sappia trattarmi delicatamente come fa con i golfini di cache...