Oh, fortunati

mi dico sempre che bisogna guardarsi bene allo specchio, dritti negli occhi e dirsi fortunati se ti capitano certe cose nella vita. A dirla tutta, non è mica una cosa grande che capita tutta in una volta, una di quelle fortune che si svelano inciampando per sbaglio in un tesoro o comprando il biglietto giusto della lotteria; è una cosa piccola, tanto piccola che se ve la dico mi immagino vi venga subito da ridere: io e i miei amici, non tutti, alcuni, ci parliamo con i colori.
Lo so, lo so, mi potreste venire a dire che c’è gente in giro che vorrebbe sentir parlare di fortune più importanti, come avere uno stipendio per tirare avanti, o, ancora, qualcosa da mettere sotto i denti per far passare la fame. Avete ragione anche voi, e io di quelle fortune ho il sincero rispetto e mai le dimentico tra i miei pensieri. Però stavolta datemi il permesso di sfamare anche quella bocca che non si capisce bene se stia più all’altezza del cuore o dell’amigdala.

Dicevo di questa fortuna, che chissà, forse nasce la prima volta che qualcuno ci chiede - qual è il tuo colore preferito? - così, per gioco, e poi, col passare del tempo magari il colore si fa un po’ colla e appiccica delle cose, cose belle e cose brutte a seconda delle tinte, certo e in questi tempi pieni di fotografie le nostre preferite sono quelle con i colori che ricordano cose che ci fanno star bene. Ecco, succede che con certe persone non ci scambiamo immagini, ci scambiamo direttamente i colori.

L’altro giorno una cara amica mi ha scritto da un paese lontano e m'ha detto -non ti mando foto, immagina solo che qui, ora, la natura sia verde, niente più.- Se voi conosceste questa persona sapreste che sta imparando a prendere confidenza con le immagini, quelle statiche e quelle in movimento, per raccontare delle storie. Di riflesso, ma è come quando si mettono due specchi uno di fronte all’altro, non si sa mai chi ha iniziato per primo, sta cercando di raccontare delle immagini dentro di se.

E allora quel verde che mi ha regalato, prima si è fatto cangiante e saturo come sulle foglie degli alberi al mattino, con le foglie ancora umide che basta un soffio di vento e luccicano al sole quasi fossero le onde del mare, e, uguale, si sente la risacca nel loro strofinio, e poi giù, ai piedi degli alberi si vede la mia amica, la pelle dai riflessi clorofilla e piccoli fiori tenaci che le spuntano qui e lì. Lei e il bosco sono felici, e sono fortunato ad averlo saputo.

Verde, chissà cosa avrei tralasciato se invece del colore mi avesse mandato solo una foto.

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