Post

all'ora di pranzo.

Passa davanti al mio tavolo. Era da un po’ che non la vedevo, credo prima delle vacanze di natale. Quando arriva giusto di fronte a me, m’accorgo che le feste le hanno regalato una pancia da mamma. Dura un attimo. Sono sicuro mi abbia già visto arrivando, mi riguarda con la coda dell’occhio mentre cammina e fa in modo di girarsi di tre quarti verso di me, con la sua maternità. -Sono incinta, visto?!-, lo pronuncia senza parole, con l’eloquenza della sua posa, forse a dire che ci ha pensato qualcun’altro, è tardi, ma questo lo capirò solo dopo. La guardo incantato per quel poco di secondo in cui tutto accade, e giuro, mi sento felice, per lei. E’ radiosa nel suo abito di lana grigio che le arriva alle ginocchia e che le accarezza la pancia; un misto di sicurezza e tranquillità nel suo sorriso mentre c’è solo lei ora in mezzo alla coda per la mensa, raffigurazione di una madonna in attesa e, poi, senza aver dato nessun preavviso, si rigira e scompare dentro il brusio delle stoviglie.

Nel vuoto cosmico.

Ti amo, nel vuoto cosmico m'esce di dirtelo da parole con la bocca che la gravità di solito lascia tra stomaco e diaframma. ero salito su per le scale che mi sentivo piccolo davanti a te, mi sono detto mi farò grande, mi noterà quando però sei passata dal piano terra neanche un suono m'ha voluto abbandonare e io m'agitavo colle braccia che hai chiamato i tecnici dell'ascensore pensando bene fossi rimasto bloccato. Ti amo, nel vuoto cosmico le comete han tutte la tua di faccia su un adesivo attaccato al parafango della coda. ho preso coraggio e son salito su tetto, mi sono detto farò un figurone come i beatles o gli u2 quando però sei passata giù per la strada non è stato un problema con gli ampli e tutto il resto quel gorgoglìo indistinto che t'ha fatto pensare ad una messa nera in centro e t'ha fatto scappare erano le mie budella che non sapevan cosa dire. Ti amo, nel vuoto cosmico la via lattea mi canta una nin...

villa Bena.

Villa Bena è un posto strano, crocevia misterioso non troppo distante dal traffico e dalla confusione, eppure immerso in una paciosa tranquillità. Villa Bena, detta spiccia, dev'essere l'anello di congiunzione tra il paradiso e l'inferno, che di sicuro ci ha soggiornato Dante qui un po' di tempo fa, è l'unica spiegazione che mi do ogni giorno, quando per le scale sento passare l'ansimo afasico di un cerbero con tante gambe che mi sembra il lupo dell'eni. Cioè, mai visto dal vero, solo sentito, che quando passa lui per le scale, con il suo ribollire d'interiora che esce dalle fauci mi si gela il sangue e mi nascondo dietro la porta della mia camera, senza il coraggio di uscire finché si fa sentire, anche solo in lontananza - metti che gli giri male, t'azzanna per la collottola e ti porta all'inferno, o peggio ancora in paradiso. Che poi io sono proprio sicuro che qui sia l'anello di congiunzione tra gli inferi e il paradiso, che giù in cor...

25 sera.

È quando fa buio che noi ci si trova, tra buoni amici e  oggi si aspetta, pigrizia cattiva e col vino che sa di Ciampi, Piero, a veder sollevare l'ultimo fiato di questo natale  che finalmente se ne va e ci muore.

a new robot

Immagine
Untitled , a photo by A-Little-Come-Back on Flickr. they are building a new robot filled with love it will look us from his height singing with his metal heart it will sound like     pum a million people     pum laughing happily     and when it will cry because all the rust in the world there will be storms and in summer flowers will bloom at his feet and in winter ice palaces will grow with halls resonating like     pum a million people     pum singing     for love

sindrome della casalinga.

Scatola nera n°1231100111-F, diario del capitano Baldin. Villa Bena, venerdì 2 novembre 2012. Scrivo queste righe ben sapendo che la fine è vicina, ineluttabile, nella speranza che in un futuro presente possano servire da monito e da guida per altri che incorreranno nel nostro stesso destino. A bordo, alla data di oggi, siamo rimasti solo io ed il contrammiraglio Benedetto, unico tra l'equipaggio che, come me, abbia riconosciuto fin dal primo momento i segnali della catastrofe che si sta per abbattere su di noi, mentre facevano la loro comparsa all'orizzonte. Tutto è iniziato meno di una settimana fa, con uno strano irrigidimento nelle procedure di pulizia. Siamo gente abituata a combattere nel fango malarico e tra gli effluvi venefici delle discariche, l'ultima delle nostre preoccupazioni è se possano essere rimaste delle briciole del rancio sul pavimento della cucina, eppure da martedì una sospetta smania igienista ha preso l'equipaggio, in gergo militare noi la si de...

Tacchi

-Non ne avevo mai visti così, sono troppo alti. Sei sicura? -Sì, che c'è di male? -Poi mi guarderai con aria di superiorità, me lo sento. -No, non succederà. -Promesso? -Promesso. Tre settimane di ritardo. Non era mai successo. Me lo ripeto mentalmente per non addormentarmi davanti alla finestra, mentre guardo le gocce di pioggia scendere e portarsi via la polvere della siccità estiva. Me l'ha detto oggi, mentre prendevamo il sole sul terrazzo. Mi stava raccontando di quando andava alle superiori in un istituto femminile gestito dalle suore: lei e altre due compagne di classe erano state scoperte da una bidella nel bagno della scuola a bere gin e fumare. La bidella, - la ficcanaso! - diceva lei, era andata subito a riferire tutto alla preside, così la loro bravata era costata a tutte e tre una settimana di sospensione. Solo a lei erano toccate anche due settimane di pulizia del cortile della scuola. Sosteneva che quella punizione extra le era stata ...