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villa Bena.

Villa Bena è un posto strano, crocevia misterioso non troppo distante dal traffico e dalla confusione, eppure immerso in una paciosa tranquillità. Villa Bena, detta spiccia, dev'essere l'anello di congiunzione tra il paradiso e l'inferno, che di sicuro ci ha soggiornato Dante qui un po' di tempo fa, è l'unica spiegazione che mi do ogni giorno, quando per le scale sento passare l'ansimo afasico di un cerbero con tante gambe che mi sembra il lupo dell'eni. Cioè, mai visto dal vero, solo sentito, che quando passa lui per le scale, con il suo ribollire d'interiora che esce dalle fauci mi si gela il sangue e mi nascondo dietro la porta della mia camera, senza il coraggio di uscire finché si fa sentire, anche solo in lontananza - metti che gli giri male, t'azzanna per la collottola e ti porta all'inferno, o peggio ancora in paradiso. Che poi io sono proprio sicuro che qui sia l'anello di congiunzione tra gli inferi e il paradiso, che giù in cor...

25 sera.

È quando fa buio che noi ci si trova, tra buoni amici e  oggi si aspetta, pigrizia cattiva e col vino che sa di Ciampi, Piero, a veder sollevare l'ultimo fiato di questo natale  che finalmente se ne va e ci muore.

a new robot

Immagine
Untitled , a photo by A-Little-Come-Back on Flickr. they are building a new robot filled with love it will look us from his height singing with his metal heart it will sound like     pum a million people     pum laughing happily     and when it will cry because all the rust in the world there will be storms and in summer flowers will bloom at his feet and in winter ice palaces will grow with halls resonating like     pum a million people     pum singing     for love

sindrome della casalinga.

Scatola nera n°1231100111-F, diario del capitano Baldin. Villa Bena, venerdì 2 novembre 2012. Scrivo queste righe ben sapendo che la fine è vicina, ineluttabile, nella speranza che in un futuro presente possano servire da monito e da guida per altri che incorreranno nel nostro stesso destino. A bordo, alla data di oggi, siamo rimasti solo io ed il contrammiraglio Benedetto, unico tra l'equipaggio che, come me, abbia riconosciuto fin dal primo momento i segnali della catastrofe che si sta per abbattere su di noi, mentre facevano la loro comparsa all'orizzonte. Tutto è iniziato meno di una settimana fa, con uno strano irrigidimento nelle procedure di pulizia. Siamo gente abituata a combattere nel fango malarico e tra gli effluvi venefici delle discariche, l'ultima delle nostre preoccupazioni è se possano essere rimaste delle briciole del rancio sul pavimento della cucina, eppure da martedì una sospetta smania igienista ha preso l'equipaggio, in gergo militare noi la si de...

Tacchi

-Non ne avevo mai visti così, sono troppo alti. Sei sicura? -Sì, che c'è di male? -Poi mi guarderai con aria di superiorità, me lo sento. -No, non succederà. -Promesso? -Promesso. Tre settimane di ritardo. Non era mai successo. Me lo ripeto mentalmente per non addormentarmi davanti alla finestra, mentre guardo le gocce di pioggia scendere e portarsi via la polvere della siccità estiva. Me l'ha detto oggi, mentre prendevamo il sole sul terrazzo. Mi stava raccontando di quando andava alle superiori in un istituto femminile gestito dalle suore: lei e altre due compagne di classe erano state scoperte da una bidella nel bagno della scuola a bere gin e fumare. La bidella, - la ficcanaso! - diceva lei, era andata subito a riferire tutto alla preside, così la loro bravata era costata a tutte e tre una settimana di sospensione. Solo a lei erano toccate anche due settimane di pulizia del cortile della scuola. Sosteneva che quella punizione extra le era stata ...

nouvelle vague.

un abbraccio, un bacio maldestro, l’aria fredda del mattino, le insegne spente del bar, le strisce pedonali, le macchine che passano, la luce rossa del semaforo, i tuoi occhi, la punta consunta delle mie scarpe, l’asfalto, il rumore dei tuoi tacchi, il nostro silenzio, le chiavi della macchina, il riflesso del tuo viso sui vetri, il rumore del motore, il brusio della radio, i palazzi di periferia, la nebbia delle strade di provincia, il fischio del vento dal finestrino chiuso, il click dell’accendisigari, il fischio del vento dal finestrino in fessura, il fumo di una sigaretta, il tuo labbro morsicato nello specchietto retrovisore, il brusio della radio, gli alberi ai lati della strada, una macchina in direzione opposta, le tue mani nervose, una canzone alla radio, la nebbia, una lacrima sulla tua guancia, un’indicazione stradale, una macchina in direzione opposta.

ci sono.

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ci sono ricordi che sbiadiscono, ferite che rimarginano, persone di cui non ricordiamo più il viso, eppure non possiamo fare a meno di sentire che c'era uno spazio che occupavano, oggi che si mostrano in tutto il loro non essere più, che si fanno nicchie vuote per santi già ascesi, o finestre silenziose.